libro incarceron catherine fisher

Incarceron: guida per i genitori

  • Titolo: Incarceron La prigione vivente (Incarceron Libro 1)
  • Autore: Catherine Fisher
  • Genere: Fantasy, Distopico
  • Classificazione Foru.blog: Moderato

Di cosa parla

Incarceron è una prigione futuristica e senziente, un luogo oscuro e sorvegliato da un’intelligenza artificiale onnipresente. Non si tratta di una semplice struttura carceraria, ma di un universo chiuso, distorto, dove gli abiti che vi abitano sono discendenti dei prigionieri originari, condannati a una vita di rivalità, violenza e sopravvivenza.

In questo contesto si muove Finn lo “Starseer” o “colui che ha visto le stelle”, un giovane tormentato da visioni di un passato che non riesce a ricordare. Nonostante sia cresciuto tra le mura di Incarceron, ha la sensazione profonda di non appartenervi, come se la sua vera identità fosse altrove. Il suo desiderio di fuga non è solo fisico, ma esistenziale: vuole scoprire chi è davvero e da dove viene.

All’esterno, in un mondo che si finge perfetto ma che è anch’esso una prigione, vive Claudia, figlia del direttore di Incarceron. La sua realtà è fatta di regole aristocratiche, di apparenze e di un tempo cristallizzato in un eterno passato dove la tecnologia esiste ma è nascosta. Anche lei è intrappolata, costretta a un matrimonio combinato e a un ruolo che non ha scelto.

I due mondi si collegano quando Finn e Claudia trovano una chiave di cristallo che permette loro di comunicare. Questo oggetto diventa il punto di svolta per cercare di liberare Finn e scoprire i segreti di Incarceron. Ma Incarceron non è solo un luogo: è un’entità che osserva, reagisce e non ha intenzione di lasciar fuggire via nessuno.

Il romanzo Incarceron La prigione vivente di Catherine Fisher esplora con intensità i temi della libertà, dell’identità e del controllo, offrendo una narrazione avvincente, a tratti cruda, e ricca di colpi di scena. Segue e conclude la serie Sapphique.

Guida per i genitori

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Incarceron rientra nella nostra categoria moderato. Consulta il nostro sistema di catalogazione per saperne di più.

Il linguaggio nel testo è moderato: qualche “stup*” e “scio*”, due usi di “cagn*” e circa quattro “bast*”. Troverai anche un paio di esclamazioni religiose (no bestemmie).

Le scene di intimità sono assenti: niente baci e niente contatti fisici romantici. Si fa solo riferimento a un matrimonio combinato.

Discorso diverso per le scene di paura e violenza: queste sono presenti in modo marcato e contribuiscono a creare un’atmosfera cupa e opprimente. Incarceron è un luogo ostile, dove la sopravvivenza dipende dalla forza, dall’astuzia e dalla capacità di adattarsi a un ambiente in continuo mutamento. I personaggi affrontano minacce costanti: bande rivali, trappole, assalti, creature deformi, ambienti che si trasformano in trappole mortali. Spesso saranno in pericolo di vita o uccideranno. La prigione stessa tormenta i suoi abitanti, rendendo ogni passo incerto e ogni scelta potenzialmente fatale e lasciandoli a vivere nella miseria più assoluta.

Le scene di paura sono spesso anche psicologiche: il senso di essere osservati, manipolati, intrappolati in un gioco più grande di loro. Il personaggio centrale soffre di attacchi di panico piuttosto importanti, che talvolta lo portano a svenimenti, vomiti e convulsioni.

Anche nel mondo esterno, la tensione non manca: Claudia si muove in un ambiente rigido e controllato, dove il potere si esercita attraverso minacce sottili e giochi politici spietati.

Il riferimento a fumo, alcol e droga è marginale, ma presente: un personaggio è noto per i suoi problemi di alcol, nella prigione molti abitanti usano una droga (kat), e in un episodio del cibo viene avvelenato (viene descritto l’avvelenamento di un personaggio).

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Da sapere

  • Romanticismo e nudità: menzioni ad un matrimonio combinato.
  • Violenza e scene spaventose: diverse scene spaventose e inquietanti, con uccisioni, pericoli mortali e avvelenamenti. Mostri e entità pericolose. Menzione a diverse persone morte nel passato o uccise perché diverse (tra cui un bambino nato con un piede metallico). Imboscate e tradimenti. Sangue o parti del corpo (dita) usate per aprire porte, rituali di sangue e sacrificali. Attacchi di panico, convulsioni e vomito. Condizioni di miseria ed estrema povertà. Ambienti ostili e claustrofobici. Manipolazione mentale e controllo. Deformità fisiche e mutazioni. Tradimenti famigliari.
  • Linguaggio: qualche espressione moderata e qualche esclamazione religiosa.
  • Alcol, droga e fumo: un personaggio è noto per le sue frequenti bevute. Medicina (iniettata in una siringa), menzioni al tabacco, i prigionieri fanno uso di una droga, del cibo avvelenato.

Età consigliata

Incarceron La prigione vivente di Catherine Fisher è una lettura che si rivolge principalmente a un pubblico young adult, indicativamente dai 12 anni in su (in particolare per la totale assenza di scene romantiche). Tuttavia, per via dei contenuti cupi e delle tematiche complesse, può essere più adatta a lettori dai 14/15 anni, soprattutto se abituati a storie distopiche e ricche di tensione.

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